I GRUPPI PRIMA DEL G.D.

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Ale Ud
view post Posted on 8/12/2009, 17:51




POTERE BIANCOVERDE


Il tifo a Udine inteso come gruppo ultras nasce a metà degli anni ’70 con la comparsa nel 1977 di POTERE BIANCOVERDE (per i colori dell’allora sponsor Mobiam) ad opera di Beppe Zurco, figura che legherà il proprio nome al mondo ultras udinese sia del basket che del calcio e di Enrico M.
Ma anche negli anni precedenti, in maniera più spontanea, ma sempre con grande calore, non mancava il seguito alle casacche bianconere dell’APU e a quelle arancioni della Snaidero prima maniera degli anni 60-70, legata al nome dell’indimenticabile Cavaliere Rino.
Sono gli anni del Palasport “Benedetti” di Via Marangoni traboccante di entusiasmo e con il “tutto esaurito” costante non certamente frutto di una singola partita e fu per questo che si rese necessaria la costruzione di una nuova “casa” più grande che potesse contenere l’entusiasmo degli udinesi per la pallacanestro.
Così che il 18 Ottobre 1970 contro l’ All’Onestà Milano avverrà l’inaugurazione del Palasport “Carnera” e tre mesi dopo contro la Simmenthal Milano ci saranno ben 5.500 spettatori presenti.
Nell’album fotografico c’è una foto datata 1975-76 a descrivere questo clima di entusiasmo che si respirava, sono anni in cui anche il Carnera, sembra non reggere più e a sembrare anch’esso inadeguato al pubblico udinese.
Ricordiamo inoltre che in questo periodo la pallacanestro era il primo sport cittadino per seguito, essendo in quegli anni l’Udinese relegata in serie C.
Tornando all’ambito più prettamente ultras, durante il periodo di Potere Biancoverde nascono altre realtà per lo più estemporanee, tra cui meritano una menzione le BRIGATE BIANCO VERDI, formate da alcuni allora 14-15enni che poco dopo fecero la storia del tifo a Udine nel basket e nel calcio (fondando gli Hooligans Teddy Boys).
Ebbene questi ragazzini per gli spareggi a quattro (con Pagnossin Gorizia, Bancoroma e Pinti Inox Brescia) della stagione 1978-9 a Reggio Emilia, si preparano uno “striscione” fatto con lenzuola e pennarelli verdi e siccome le partite erano una a distanza di un giorno dall’altra decisero di rimanere nella città emiliana e dormire nei bagni del palazzetto!
Tra questi giovani ragazzi c’era anche un ragazzino, che più in là nel tempo sarà meglio conosciuto con il suo sopranome di "Roccia"…




LIONS DEN


Il gruppo nasce nel 1980 su iniziativa di alcuni elementi dei BAWS (Black and White Superstars) e degli HTB dell'Udinese calcio, i suoi colori sono il giallo-viola dell'allora sponsor Tropic e non avrà una lunga vita, durando solo due stagioni.
Il primo anno soprattutto si rendono protagonisti di un ottimo tifo casalingo con buoni numeri e partecipazione, soprattutto nei derby triveneti dove la presenza di calciofili sarà ancora più numerosa.
Nella seconda stagione pian piano le fila diminuiranno, fino alla scomparsa del gruppo e dello striscione già nelle ultime partite di campionato.



RAGAZZI DELLA OVEST


Nell’85/86, si gettano le basi per la nascita dei Ragazzi della Ovest e compaiono anche i primi striscioni e sciarpe con i nomi di WILD DEVILS, COMMANDO TIGRE, ULTRAS e la SEZ. VASCO ROSSI.
Ma solo nella stagione 86/7 comparirà lo striscione e vedranno la nascita i RAGAZZI DELLA OVEST tra cui i fondatori ed i personaggi di spicco da ricordare sono: il “solito” Beppe Zurco, Max Sirch, Luca B. “Katanga”, Nicola “il Banchiere” ed il “Matta”, tutti ragazzi già presenti da anni in curva.
Saranno stagioni non indimenticabili sul campo e quindi anche il seguito ne risentirà riuscendo ad avere numeri discreti solamente nei vari derby con Trieste, Gorizia e Venezia.
Gli RdO rimarranno in vita fino al 2000, l’anno della promozione in A1 con il ritorno di Snaidero, dopo per le premature scomparse prima di Beppe e poi di Max, non troveranno più gli stimoli per andare avanti, anche perché nel frattempo erano diventati da gruppo guida, un gruppo spalla del GD.
Sicuramente a loro va dato il merito di aver tirato avanti la carretta in anni di A2 privi di grosse soddisfazioni, dove gli unici stimoli erano più che altro rappresentati dai derby con Trieste e Gorizia.
In quegli anni hanno rappresentato una “palestra” soprattutto per gli ultras più giovani che finita la partita dell’Udinese o quando non riuscivano a seguire le partite in trasferta del “calcio” andavano ad ingrossare le fila del gruppo e trovavano nel basket una valida alternativa per passare la domenica pomeriggio.
Chiaramente questo fatto rappresentava una forza, ma anche un limite evidente, perché quando c’erano concomitanze tra calcio e basket, i secondi si ritrovavano in numeri spesso non adeguati, a differenza di altre partite, dove la curva aveva dei numeri da altra categoria.
Inoltre la presenza in trasferta nei vari derby era veramente esigua, proprio perché molti seguivano il calcio e quindi ci si trovò anche in situazioni imbarazzanti come il derby a Trieste del 90-91 affrontato in 5 persone partiti su una vecchia 126 e che ebbero i loro bei problemi all’interno di un Chiarbola su di giri visto anche che quello fu l’anno del ritorno in massima serie della Stefanel Trieste dopo anni di delusioni, culminate nella retrocessione in B1 nel famoso spareggio contro Gorizia giocato a Bologna.
Anche a Gorizia le nostre presenze numeriche erano ben al di sotto di quelle dei Goriziani qui, anche se bisogna dire che loro avevano solo il basket e per molti anni questo sport è stato uno dei pochi fattori aggreganti della città isontina.
Nella stagione 1990/91 ebbe modo di tornare in auge la rivalità con Venezia, visto che la lotta per salvarsi fu proprio tra noi e loro e complice il calendario il 30 Marzo 1990, alla penultima di campionato con l’Emmezeta a 22 punti e la Reyer a 20 punti ci si giocava la salvezza.
Il Carnera era una vera bolgia, mentre da Venezia solamente una cinquantina erano gli ospiti di cui pochi gli ultras dietro lo striscione dei Lions.
Vincemmo noi e a fine partita nel tripudio generale ci fu l’invasione di campo durante la quale raggiungemmo il settore ospiti e riuscimmo a sottrarre lo striscione Lions e dove ci fu un lancio di oggetti tra noi e loro.
Con l’arrivo del G.D., gli R.d.O. riuscirono a tirare avanti qualche stagione, visto anche che il seguito maggiore oramai si identificava maggiormente con il nuovo gruppo e la nuova linea comportamentale che aveva portato con sé.
Tolto lo striscione RdO al termine della stagione 1999/00 rimangono molti singoli elementi ancora oggi a presenziare in curva, persone a cui va tutta la stima, visto che non hanno mai abbandonato la squadra nemmeno nei periodi oscuri della B1 e B2.

 
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